Il Meluso era una figura particolare della Napoli del Regno delle Due Sicilie, in particolare nel periodo borbonico. Non esisteva una definizione precisa e univoca, ma il termine si riferiva generalmente a individui di origine incerta, spesso di basso rango sociale, che si insinuavano negli ambienti di potere, cercando favori e privilegi attraverso intrighi, adulatoria e piccole astuzie.
In sintesi, un Meluso era una sorta di:
Il ruolo del Meluso era ambiguo. Da un lato, era visto con disprezzo come un opportunista e un profittatore. Dall'altro, la sua presenza era tollerata, se non addirittura incoraggiata, da alcuni esponenti del potere, che lo utilizzavano come informatore, agente di influenza o semplicemente come valvola di sfogo.
È difficile tracciare una storia precisa del termine, ma il "Meluso" è diventato una figura tipica del folklore napoletano, spesso rappresentato in caricature e opere teatrali. Rappresentava, in fondo, una critica alla corruzione e al clientelismo che affliggevano la società napoletana dell'epoca.
Il termine "Meluso" è oggi raramente utilizzato, ma la figura che rappresenta, quella dell'opportunista che cerca di sfruttare il sistema per il proprio tornaconto, rimane una presenza ricorrente nella società contemporanea. Possiamo considerarlo un esempio di Antropologia%20Urbana che si è sedimentata nella cultura popolare. Le sue attività possono essere considerate Influenza%20Sociale, anche se in una forma negativa e manipolativa.
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